Italia: esclusi dal campionato i giocatori di basket juniores con genitori stranieri

I giocatori della squadra di basket di Castell Voldunov (Caserta, Italia) sono stati interdetti dalla partecipazione ai Campionati Nazionali U17 e U19 per assenza di cittadini italiani. La decisione dell’Associazione Italiana Pallacanestro ha suscitato polemiche e dibattito politico sulle discriminazioni.

Il club ha annunciato martedì (27 ottobre) che i giocatori della squadra Tom Tom Basket del Castel Volderno (Caserta) in Campania non potranno disputare i massimi Campionati Nazionali U17 e U19. Questo perché quasi tutti gli adolescenti nascono da genitori stranieri e non ricevono la cittadinanza.

La stessa cosa è successa nel 2017 quando la Federazione Italiana Pallacanestro (FIP) non ha permesso ai giocatori delle squadre U14 di gareggiare.

Tuttavia, la squadra di Tom Tom ha presentato ricorso al TAR contro il licenziamento della squadra U17 ed è in attesa di una decisione.

Nel frattempo, nessun appello è stato presentato per la squadra U19 in quanto sembra soddisfare i requisiti di ammissione secondo le regole FIP, avendo giocato almeno quattro anni e almeno 14 partite ogni stagione.

Motivi per la luce rossa

Dopo le proteste e il clamore per la causa U14 nel 2017, la federazione ha cambiato le sue regole per i campionati regionali e ha permesso la squadra Tam Tam U14. Il limite obiettivo è stato fissato dalla norma federale, che fissa il limite per due giocatori stranieri per squadra. Il governo ha fatto un passo in più e ha chiamato la cosiddetta “legge di stabilità” il programma “Stam Tom Recovery”, che stabiliva che ogni minore straniero aveva il diritto di giocare se frequentava regolarmente la scuola in Italia.

Tutti sono stati risolti dalla nuova legge. Ma l’Associazione cestistica italiana ha bandito entrambe le squadre “perché la modifica di quel regolamento vale solo per i campionati regionali, mentre con l’U17 e l’U19 avremmo dovuto registrare ‘le migliori partite’ di rilievo nazionale”, ha spiegato l’allenatore di Domin. Tom, Max Antonelli.

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“Abbiamo chiesto uno sconto alla FIP, ma loro hanno detto di no, spiegando che si erano consultati anche con altre squadre per cui dovevamo giocare”.

Vista la ‘Tom Tom Law’ e la ‘Ice Chloe Sportivo’ (Sports Soil Law) adottate da molte federazioni, questa posizione è inaccettabile”, ha affermato l’allenatore Antonelli.

In base alla legge ‘ius soli sportivo’ del 2016, i minori stranieri di età superiore ai 10 anni residenti in Italia possono aderire alla federazione sportiva “con le stesse pratiche” dei cittadini italiani.

Antonelli ha dichiarato: “Sulla base della posizione positiva espressa dal Presidente (Federazione) Giovanni Petrucci e dal Presidente CONI Giovanni Malago, soprattutto dopo le Olimpiadi, quando si parla di inclusione, la Basket Association dovrebbe accettare Tam Tam per i campionati.

In attesa che il tribunale regionale si pronunci sul caso U17, Antonelli ha espresso fiducia nella risoluzione del problema relativo alla squadra U19.

“Secondo noi la squadra aderisce al regolamento federale secondo cui le giovani straniere devono essersi allenate per almeno quattro anni e aver giocato almeno 14 partite a stagione. Al Campionato 2017-2018 la FIP ci ha detto che 14 ragazzi hanno fatto Non si gioca. Partite ma meno, però non è vero”, ha detto l’allenatore. Spiegato.

‘È colpa dei bambini? Sono figli di immigrati’, Anjalidi

Il caso Tom Tom Basket ha acceso il dibattito politico. “Cinque anni di campionati, sport, vittorie non bastano per permettere a questi ragazzi di praticare lo sport con la calma dei loro coetanei. La loro ‘colpa’? Sono figli di immigrati. Come si fa a definirli ancora ‘giovani stranieri’ che sono nati in Italia e sono stati educati nelle scuole italiane fin dalla tenera età in Italia? Che fine hanno fatto le belle parole pronunciate dai dirigenti sportivi e dal mondo aziendale?” Lo scrive su Facebook il legislatore italiano Viva. (Iv) Michele Ansaldi, segretario della commissione parlamentare di vigilanza del partito ed emittente di Stato RAI.

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Bruno Molia (AiCS), ideatore della legge 2016 sullo ‘Ius soli sportivo’ e a capo di una delle maggiori società di promozione sportiva in Italia, ha fatto un altro commento. “Questo momento dovrebbe essere usato per cambiare le regole”, ha detto. La FIP dovrebbe riconsiderare la possibilità di far gareggiare “i ragazzi (giocatori) del Tam Tam Basket”, almeno come eccezione”.

“Sono nati e vivono in Italia: come si fa a chiamarli stranieri? Non farli giocare è un pregiudizio. In una zona come quella di Castell Volterno, l’esperienza di Tom Tom Basket è un miracolo: farli giocare è necessario. Le regole possono essere cambiato”, ha concluso Molia.

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