Giorgia Meloni, il primo ministro italiano, ha intentato una causa per diffamazione contro lo storico Luciano Canfora, che l'ha definita “neo-nazista nell'animo”.

Foto d'archivio

Roma:

Martedì un tribunale italiano ha dato il via libera a un nuovo caso per diffamazione intentato dal primo ministro Giorgia Meloni, questa volta contro uno storico che ha definito il leader di estrema destra un “neo-nazista nell’animo”.

Il classicista di sinistra Luciano Canfora, 81 anni, ha fatto questi commenti durante un dibattito scolastico a Bari, nel sud Italia, nell'aprile 2022, sei mesi prima che il leader di Fratellanza d'Italia entrasse in carica dopo una storica vittoria elettorale.

Il processo inizierà il 7 ottobre.

L’anno scorso la Meloni ha citato in giudizio con successo il giornalista Roberto Saviano per aver criticato la sua posizione anti-immigrazione nel dicembre 2020, con un tribunale italiano che gli ha assegnato una multa sospesa di 1.000 euro.

Il frontman della rock band britannica Placebo è stato citato in giudizio dopo averlo definito “razzista” e “fascista” durante uno spettacolo in Italia nel luglio 2023.

Meloni ha pubblicato un video in cui Canfora parla su Facebook, con un commento che condanna le sue “parole inaccettabili” che ha definito “cattiva propaganda per i giovani studenti”.

Barry, professore di filologia greca e latina presso la famosa Università di Bari, non si è pentito quando ha parlato con l'AFP prima dell'udienza di martedì presso il tribunale di Canfora.

“Quando dici neonazista non pensi a qualcuno che commette crimini o omicidi, pensi a qualcuno che ha certe idee, certi atteggiamenti mentali che risalgono al passato”, ha detto Canfora.

Nella sua autobiografia del 2021 “Io sono Giorgia”, ha notato che Meloni aveva scritto dei leader italiani di estrema destra del dopoguerra che “prendevano il testimone”, incluso Giorgio Almirante.

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Almirante fu uno dei fondatori dell'ormai defunto Movimento Sociale Italiano (MSI), un partito formato dai sostenitori del dittatore fascista Benito Mussolini dopo la seconda guerra mondiale.

Era anche un ufficiale della Repubblica Sociale Italiana (RSI), uno stato fantoccio in tempo di guerra controllato dai nazisti.

Un ramo politico del MSI di Fratelli d'Italia di Meloni, tuttavia, ha affermato che quando è entrato in carica “non ha mai provato simpatia o affinità per i regimi antidemocratici, compreso il fascismo” in parlamento.

Confora è stato sostenuto da molti intellettuali italiani e stranieri, con il quotidiano francese di sinistra Liberation che ha organizzato una petizione a suo sostegno.

(A parte il titolo, questa storia non è stata modificata dallo staff di NDTV ed è stata pubblicata da un feed sindacato.)

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