L’incredibile tesoro dei dinosauri in Italia riscrive storia, geografia ed evoluzione

L’adulto e due individui giovani del dinosauro Tethyshadros insularis mostrano aspetti diversi attraverso esemplari immaturi e maturi, rendendolo il primo luogo in Italia a conservare diversi dinosauri della stessa specie nell’ambiente antico del Villagio del Pescador. Crediti: Davide Bonadonna

Un tesoro di dinosauri in Italia riscrive la storia, la geografia e l’evoluzione del Mediterraneo antico.

L’Italia non è esattamente famosa per i dinosauri. Rispetto al suo patrimonio artistico e archeologico, i fossili di dinosauro sono molto rari. All’inizio degli anni ’90, non sorprende che siano stati scoperti i primi resti isolati di questi animali. Durante il regno dei dinosauri, da 230 a 66 milioni di anni fa, sarebbe stato difficile mappare l’antica regione mediterranea, che era formata da innumerevoli piccole isole lontane da tutte le principali masse continentali, come l’Europa, l’Africa e l’Asia. Dinosauri. O abbiamo creduto.

Ora è stato pubblicato un nuovo studio Rapporti scientifici E coordinato dai ricercatori dell’Università di Bologna, che hanno pubblicato il primo sito archeologico in Italia con molti scheletri di dinosauro eccezionalmente completi: il sito del Villagio del Pescador nel comune di Duino-Arisina vicino a Trieste, nel nord-est dell’Italia.

Scheletro di Bruno

Lo scheletro di Bruno, un dinosauro adulto di nome Tethyshadros insularis, è descritto in questo nuovo studio. Crediti: P. Ferrieri (a cura di Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli-Venezia Giulia)

Questi bellissimi scheletri appartengono alla razza Tethyshadros insularis Rappresenta il dinosauro più grande e completo mai scoperto in questo paese. Il team descrive gli scheletri dei dinosauri più belli e primitivi del sito (in particolare di una nuova persona soprannominata “Bruno”) e illustra la presenza di sette (probabilmente undici) individui nel Villagio del Pescador.

Scheletro Antonio e Bruno

Ricostruzioni scheletriche a due persone di Tethyshadros insularis, il modello immaturo “Antonio” (sopra) e lo scheletro maturo, appena descritto “Bruno”. Credito: Università di Bologna

I dinosauri non sono gli unici fossili rimasti nel sito: pesci, coccodrilli, rettili volanti e persino piccoli crostacei forniscono un quadro chiaro di un antico ecosistema che non è universalmente equivalente. Fossili unici raccolti dal Villaggio del Pescatore, depositati dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, possono essere apprezzati presso il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste.

Antico sito del Villagio del Pescador

Sito archeologico del Villagio del Pescador, i membri della ZOIC lavorano per estrarre fossili da queste incredibili truppe di dinosauri. Crediti: ZOIC srl

Lo studio rivede e riscrive diverse ipotesi evolutive per spiegare l’antico ambiente mediterraneo. In primo luogo, i geologi descrivono oggi il sito del Villagio del Pescador come parte di un’isola nel mezzo del Mar “Proto-Mediterraneo” chiamata Tethys. Il primo scheletro di dinosauro relativamente piccolo trovato nel sito (soprannominato “Antonio”) era in realtà una specie “nana”, il che ha sostenuto l’errata interpretazione di quella che è nota come la “regola dell’isola” (minimizzazione evolutiva di animali più grandi).) .

Le ossa di Antonio al microscopio

Al microscopio mostrano le ossa di “Antonio”, cellule ossee (macchie nere, arrotondate): è stato analizzato il tessuto osseo fossilizzato, che ha indovinato la loro età relativa al momento della morte degli scheletri di dinosauro. Credito: Università di Bologna

In questo nuovo studio, il team di studio documenta che “Antonio” è una persona immatura, mentre “Bruno” è di dimensioni maggiori e si riferisce a una persona anziana – e potrebbe essere ancora in crescita quando è morto.

Bruno Teschio

Il cranio dello scheletro “Bruno” appena descritto dal dinosauro Tethyshadros insularis. Crediti: A. Giamborino (per gentile concessione di Archeologia, Belle Arti e Rilievo del Friuli-Venezia Giulia)

I nuovi dati geologici raccolti dal team hanno fornito l’età del sito e dei suoi fossili: circa 80 milioni di anni fa, Cretaceo Periodo. È circa 10 milioni di anni più vecchio di quanto si pensasse: anche di più quando si ha a che fare con i dinosauri. A quel tempo, l’Italia nord-orientale era ormai una massa continentale affacciata su un vasto oceano, ma collegata con l’Europa occidentale e l’Asia. Ciò significa che le piccole isole non sono solo caratteristiche dell’antico Mediterraneo, ma che molte rotte migratorie per grandi animali terrestri come i dinosauri potrebbero essere state possibili attraverso le strade rialzate che ora chiamiamo Italia.

Albero evolutivo semplificato

Un albero evolutivo semplificato che mostra dove si inserisce Tethyshadros tra i suoi parenti harosoriformi noti come dinosauri dal becco d’anatra. Credito: Università di Bologna

Questa nuova ricerca non si basa solo su scoperte eccezionali, ma soprattutto mette in luce l’importante ruolo dei reperti fossili di dinosauri italiani nella valutazione di importanti ipotesi scientifiche su questi antichi animali. Poiché il sito è già protetto da aziende italiane, nuove ricerche e attività artificiali possono essere l’occasione per aggiungere il patrimonio geografico e antico alla lista dei “must see” quando si visita il “Belface”.

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Nota: “Un idrosauriforme di dinosauro italiano Lagerstatte rivela la velocità e il modello di evoluzione delle dimensioni del corpo” 2 dicembre 2021, Rapporti scientifici.

Ricercatori coinvolti: Alfio Alessandro Chiarenza (Università di Vigo), Matteo Fabbri (Field Museum of Natural History, Chicago), Lorenzo Consorti (Università di Trieste e Servizio Geologico d’Italia – ISPRA), Juan Cantalapiedra (Università di Alcal). )), David Evans (Royal Ontario Museum e Università di Toronto), Federico Fondi e Marco Museoni (Università di Bologna).

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